P a o l o P o r e l l i
Dallo stereotipo all’archetipo

Porelli ha iniziato la sua esperienza espressiva come pittore laureandosi all'Accademia di Belle Arti di Roma per poi passare alla scultura in ceramica come risposta a un'esigenza nuova di fisicità, volume e materia cromatica. Da anni Porelli lavora ad una scultura antropomorfa come metafora della realtà, attraversando l'esperienza sua personali, dimensioni percettive e linguaggi della storia dell'arte.




Con la sua scultura Paolo Porelli vuole dare accesso alla dimensione archetipica della realtà, condensando nel suo linguaggio visivo contaminazioni surrealistiche, proliferazioni pop e simbolismi arcaici. Le invenzioni antropomorfe che elabora determinano uno straniamento della figurazione creando degli assurdi iconografici e una nuova mitologia del presente. Attraverso il suo repertorio umano Porelli vuole mettere l’accento sulle criticità dell’uomo contemporaneo e su tutti i fenomeni che sono alla base della società, tra cui l’insostenibilità della civiltà come modello di sviluppo e l’incompatibilità con la natura. La sua scultura diventa un esempio di eclettismo culturale e nomadismo storico rappresentando linguisticamente una globalizzazione espressiva della creazione. Oltre che con la pittura principalmente l’opera di Porelli trova nella ceramica la tecnica espressiva prediletta sia per questa connessione della materia con le radici ancestrali dell’uomo, sia perché gli offre la possibilità di esprimere con la sua versatilità concetti attuali, moderni e contemporanei.


La sua scultura è realizzata esclusivamente con stampi a colaggio o a pressione che utilizzano come modelli storiche figurine o scannerizzazioni in 3-D di persone reali. In questo modo Porelli gioca su una serialità come pretesto per esercitare una manipolazione e trasformazione approdando ad un "oggetto-scultura", individuale e originale. Una costante della variazione che spinge la scultura a una reinvenzione continua nel tentativo schizoide di fissare la gamma stroboscopica dell'essenza umana. Così si è formato un numeroso gruppo di figure complementari che caoticamente coprono il vuoto esistente tra i due poli opposti dell'esistenza.





Le figure di Porelli sono esempi di pura creatività che ritrovano sempre la forza di rigenerarsi e di scoprire le infinite sfumature che compongono il misterioso mondo della realtà. Sono un grande esercizio di metamorfosi, transitorietà e relatività dell'azione creativa che tramite un processo inverso tramuta lo stereotipo in archetipo.



www.paoloporelli.com
